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"Dolore e Condivisione: L'Impatto di 'Fiducia Supplicans" nell'Anima di Chi Lotta per la Castità e la Fede"

Luca Di Tolve • gen 11, 2024

Papa Francesco, la menzogna, il compromesso e la confusione generano la divisione e producono frutti marci: il sospetto e la guerra tra fratelli. 

Cari amici e sostenitori,

sento il bisogno come leader della nostra missione di fare chiarezza su quanto è accaduto in questo ultimo periodo, affrontare cioè insieme questo tsunami, arrivato come un pessimo regalo di Natale, direttamente dal dicastero per la dottrina della fede: la dichiarazione “Fiducia supplicans”.


Nel testo ho provato sconcerto, dolore per il tradimento e afflizione.

Mi ha afflitto la confusione che questo documento ha generato, nato in un contesto sociale in cui certe falsità mondane prive di fondamento cercano di cavalcare l’onda di tali “proposte pastorali” per affermare la naturalità di rapporti che sappiamo bene non essere nati nel cuore di Dio; e non mi riferisco solamente ai rapporti omosessuali, ma anche alle relazioni tra persone separate e “risposate” e a tutte quelle unioni che vanno sotto il nome di “situazioni irregolari”, termine che lascia largo margine di interpretazione.


Tale documento, quindi, pone la Chiesa in una dimensione di vulnerabilità:

essa, in tale contesto, presta il fianco a coloro che lavorano nel campo della comunicazione e che cercano di combattere la nostra fede annientando tutto ciò che è di “scandalo” per il mondo: la castità, la purezza, la verità.

Stravolgendo il significato di amore e di misericordia, tali sapienti della manipolazione accompagnano coloro che saltano sul carrozzone nel “paese dei balocchi”, dove tutto è permesso, tutto è amore, tutto è santo e degno di essere benedetto da Dio.

Ma, come dice Papa Francesco, la menzogna, il compromesso e la confusione generano la divisione e producono frutti marci: il sospetto e la guerra tra fratelli.


Il Santo padre lo ha ricordato recentemente: “Diavolo significa ‘divisore’. Il diavolo vuol sempre creare divisione”.

Il diavolo divide perché «in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44).

Uomini e donne, madri e padri dimenticati e soprattutto giovani e giovanissimi che gridano aiuto; non si tratta solo di persone con l'attrazione per lo stesso sesso, ma la società intera rischia di essere confermata nell’errore in cui già sta vivendo:

tanti giovani, conformatisi a questa mentalità della società liquida, rifiutano il matrimonio, anche civile. Rifiutano ogni impegno, ogni responsabilità, ogni vincolo che potrebbe trasformarsi -a giudizio del mondo- in una catena che impedisce la libertà.

Ma noi sappiamo bene che le catene che limitano la nostra libertà sono quelle prodotte dal peccato, non dall’amore e dal prendersi cura di altri.


Ai nostri giovani non vengono insegnate né testimoniate la fedeltà, la bellezza e la potenza del Sacramento del Matrimonio;

chi parla loro della famiglia come via di santità?  Chi testimonia loro la fede come affidamento totale della propria volontà e della propria vita a Dio? Chi ha il coraggio, oggi, di esporsi parlando ai nostri giovani di valori dimenticati come l’onore, l’integrità, la responsabilità, il coraggio, la rinuncia, la castità?

Chi parla loro di mascolinità e femminilità come doni meravigliosi, unici e indiscutibili che Dio ha creato per poter comunicare la sua immagine di amore trinitario?


Le famiglie numerose sono sempre più rare, la cultura dello scarto imposta dal pensiero unico e dominante

ci impone di “fare ciò che ci sentiamo di fare”, vivendo in superficie e “di pancia”, guidati dalle sensazioni e dai desideri -a discapito della sofferenza di chi ci sta accanto- e proponendoci uno stile di vita da poppanti dove l’unico obiettivo è succhiare per sfamare i nostri appetiti.

L’amore però non è prendere, ma dare.


Sì, i veri emarginati siamo noi che lottiamo per la castità, per la fedeltà, per andare contro le nostre pulsioni e contro la tentazione

 di cedere alle false libertà che ci distraggono dal sacrificio di una vita sana e ci allontanano da Dio, dall’amore, dalla salvezza.

La società esalta ed elogia uno sportivo o una star che sacrificano la propria vita in vista del successo, ma una persona che combatte contro il proprio egoismo, le proprie pulsioni, le proprie fragilità per raggiungere la santità (obiettivo a cui tutti siamo chiamati) viene vista come un folle, un esaltato, un indottrinato, un illuso.

Non soffrite anche voi con me nel vedere tanti cristiani dalle coscienze anestetizzate da dottrine malsane?

Vi accorgete anche voi che molti cristiani vivono un vangelo “fai da te”, dove prendono ciò che interessa e lasciano ciò che non è gradito, come al fast-food o al supermercato?

Ecco, come se fossero al supermercato delle idee. 


Soffro per le conseguenze di queste teorie seducenti che avvolgono la Chiesa; sono addolorato per le varie interpretazioni false e distruttive che cercano di contrastare la ricchezza generata nei secoli dai padri della Chiesa, nel catechismo e nel magistero.

Voglio lanciare a un grido di aiuto umile e sincero, chiedendo a Papa Francesco in ginocchio e in nome di tutti questi miei fratelli che soffrono e offrono ogni giorno la loro sofferenza per il bene della Chiesa:

ci aiuti, Santo Padre, abbiamo bisogno di padri, vogliamo sentirci incoraggiati e benedetti.


Ringrazio tanti Cardinali, vescovi, sacerdoti e fratelli che restano nella luce dello Spirito Santo.

Vorrei ringraziare in particolare il Card. Robert Sarah, che mi ha incoraggiato e onorato, facendomi dono della prefazione al mio libro.

Concludo con un mio desiderio: quello di condividere con voi l’articolo preciso, profondo e puntuale del cardinale: che possa essere d’aiuto a ciascuno di noi per fare luce in questo tempo di fitte tenebre.

Uniti nella preghiera e nel nome di Gesù, nostro tutto.


Luca Di Tolve


https://www.diakonos.be/fiducia-supplicans-il-cardinale-sarah-ci-opponiamo-a-uneresia-che-mina-gravemente-la-chiesa/





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Il «gene gay»? Non esiste! Questa volta non arriva dalle varie opinioni o teorie personali , ma come " tuona" dal titolo finalmente possiamo affermare con autorevolezza ciò' che da sempre noi abbiamo sostenuto. Questo e' emerso anche sulla base di altri studi meno recenti e inoltre, aggiungo, anche sulla esperienza di cambiamento di tanti noi ora ex-gay vissuta sulla propria pelle. Ora la scienza dimostra ciò che per anni i fondatori della psicologia come Adler, Jung ,Froid e altri autorevoli sociologi e scienziati , hanno sempre sostenuto che omosessuali non si nasce ma si diventa. Il gene gay tanto desiderato da una certa lobby non esiste. Ma, come molto evidente oggi più' che mai , certo per chi lo vuole vedere, si tratta soltanto di propaganda politica e di un'agenda ben costruita dai piani alti e da una certa élite che vorrebbe creare il consumatore perfetto e distratto, dettato dalla legge del desiderio. L'obiettivo di questa agenda, infatti, non e' certo quello di essere attenta e perdersi cura del reale e profondo bisogno della persona, bensì' è creare una società' compulsiva , non solo riferito alle persone con pulsioni per lo stesso sesso, ma in generale. Le persone più' vulnerabili e fragili, vengono cosi' sedotte e conquistate e spinte a dare libero sfogo ai loro desideri, impulsi e passioni. Questo vivere, a lungo andare, porta alla distruzione della persona e genera vuoti sempre più' profondi proprio perché' i reali bisogni della persona non vengono riempiti nella maniera sana. Ecco perché' noi facciamo della nostra vita una battaglia per capire il reale e vero bisogno della persona che si nasconde dietro alle tante ferite o maschere illusorie. Solo nella Verità in Cristo e la ragione possiamo ritrovare il meraviglioso potenziale che ognuno ha dentro di se' e farlo emergere in tutta la sua bellezza e pienezza, cosi' come Dio ha pensato fin dall'inizio. Ritornando quindi al titolo : Il gene dei gay, non esiste!, ribadiamo la convinzione che per chi lo vuole, come ogni comportamento o inclinazione, cambiare si può'!! Quindi: sempre liberi di scegliere!! Articolo Fonte: Corriere della Sera 29 agosto 2019 nel articolo :I dati arrivano da un enorme studio pubblicato sulla rivista «Science» e coordinato da Andrea Ganna, un ricercatore italiano del Massachusetts Institute of Technology di Adriana Bazzi Il «gene dei gay»? Non esiste. Conferma da mezzo milione di Dna Il «gene dei gay» non esiste. Qualcuno ci aveva provato in passato a formulare questa ipotesi, ma ora un gigantesco studio genetico taglia la testa al toro: non ci sono «segni particolari» nel Dna che possano predire un’eventuale omosessualità. Lo studio ha analizzato il patrimonio genetico di oltre 470 mila persone alla ricerca di specifiche alterazioni che potessero prevedere l’ attitudine a instaurare rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Ma non ne ha trovate. Un mix genetico-ambientale Il che significa, precisano i ricercatori, che l’attrazione per persone dello stesso sesso ha a che fare più che con un singolo gene, con un mix di fattori genetici (sì, perché esistono migliaia di varianti genetiche, ma non significative, secondo quanto ci dice questo studio) e ambientali, così come accade per decine di altri comportamenti umani. I ricercatori, guidati da Andrea Ganna che lavora al Center for Genomic Medicine del Massachusetts General Hospital di Boston e al Broad Institute del Mit (Massachusetts Institute of Technology) sempre a Boston, hanno voluto rispondere a una serie di quesiti finora non risolti. Fattori biologici Intanto una premessa. Nelle diverse società e in entrambi i sessi, dal 2 al 10 per cento degli individui dichiara di avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso o esclusivamente o in alternativa con partner di sesso diverso. I fattori biologici che contribuiscono alle preferenze sessuali sono pressoché sconosciuti, ma è stata ipotizzata un’influenza genetica dal momento che certi comportamenti omosessuali si ripresentano nei membri di una stessa famiglia e anche fra fratelli gemelli sia omozigoti che eterozigoti. Da queste osservazioni preliminari sono emerse alcune domande. Etero e bisex La prima: quali geni sarebbero coinvolti e quali processi biologici influenzerebbero? In passato sono stati condotti alcuni studi alla ricerca di varianti genetiche legate all’orientamento sessuale, ma erano molto piccoli e non guidati dagli attuali criteri di analisi genetica. L’idea era quella di trovare anomalie ormonali correlate a questi comportamenti. Seconda domanda: eventuali modificazioni genetiche come potrebbero agire diversamente su persone di sesso maschile e di sesso femminile? E su cosa influirebbero: sul comportamento, sull’attrattività, sull’identità? E che ruolo avrebbero, invece, per eterosessuali ed eventualmente bisessuali? L’analisi «genome-wide association» A queste domande, dunque, ha voluto rispondere lo studio pubblicato su Science (condotto con la collaborazione di numerosi gruppi americani, europei e australiani) che ha sfruttato l’approccio «genome-wide association» (in pratica si tratta di un’analisi di tutti, o quasi tutti, i geni di diversi individui di una particolare specie per determinare le variazioni genetiche tra gli individui in esame) su omosessuali. I ricercatori hanno sfruttato i dati genetici raccolti nella Uk Biobank del Regno Unito e quelli dei partecipanti al progetto 23andMe americano, per un totale, appunto di 470 mila persone. Delle conclusioni generali abbiamo già detto. Varianti legate all’olfatto Più nel dettaglio. I ricercatori avrebbero identificato cinque varianti «significativamente» associate all’omosessualità e altre migliaia con una qualche influenza, ma prese singolarmente non hanno nessun valore nel predire i comportamenti. E fanno notare che alcune hanno a che fare con l’assetto ormonale e altre addirittura con l’olfatto. Un invito alla cautela Ma sottolinea Ganna: «Le nostre osservazioni gettano una qualche luce sui comportamenti biologici legati all’omosessualità. È necessario però astenersi da facili conclusioni perché i comportamenti umani sono complessi. E soprattutto dallo sfruttare questi risultati, ancora rudimentali, per facili propagande politiche».
Autore: Redazione 10 ago, 2019
Femminilità ferita: l’esperienza dell’amore di Dio mi ha fatto capire e aprire il Cuore! L’omosessualità è un’etichetta costruita dall'uomo; non esiste un gene dell’omosessualità; la scienza e la fede ci dicono: “Maschio e femmina li creò” dobbiamo scegliere se vivere per un progetto ideologico o negare noi stessi! Il video della nostra Miriam fatto a Medjugorje al festival dei giovani ad agosto 2019.
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