Blog Layout

“NON VOGLIO PIÙ ESSERE GAY”: LA TESTIMONIANZA DI UN UOMO DELUSO DALLA COMUNITÀ LGBT

Andrea • feb 15, 2015

L’ omosessualismo non fa bene agli omosessuali? 

Questa testimonianza è stata pubblicata nel sito www.gay.tv.


Abbiamo ragione di ritenere che NON si tratti di un portale omofobo. Eppure la descrizione della comunità LGBT che ne scaturisce è profondamente inquietante, la situazione esistenziale di chi gli appartiene decisamente dolorosa: non sarà perché l’omosessualità è contro natura? Fonte: Notizie Provita

Non voglio più essere gay. So che una dichiarazione di questo genere sa di negazione, disgusto di sé e omofobia interiorizzata. Quell’omofobia che si associa alla mancata accettazione della propria omosessualità. Ma la verità è che io non voglio più essere gay.

Per me, essere gay ha fatto il suo tempo. Ormai ho sperimentato tutti gli aspetti della vita e posso tranquillamente affermare che non mi serve più, non serve alla persona che io sono o voglio diventare.

Non mi sono sempre sentito così.

Inizialmente sono approdato in questa comunità alla ricerca di amore, intimità e fratellanza. Invece ciò che ho trovato è: sospetto, infedeltà, solitudine e mancanza di unione. In questa comunità, c’è talmente tanto disgusto di sé stessi che si incontrano continuamente uomini a pezzi, autodistruttivi, che sanno solo ferire, che sono crudeli e vendicativi gli uni contro gli altri.

Ho lottato per adattare il mio codice morale a questi comportamenti, ma mi sembra di essere costretto a spingermi troppo oltre alle mie convinzioni e ai miei valori.

Non importa quante volte mi sforzo di non avere una percezione falsata, di non avere preconcetti: ogni volta incappo nel solito stereotipo di uomo gay – che fa sesso con chiunque ed è ossessionato dal sesso; superficiale, incapace di avere una relazione stabile, spaventato dall’intimità, privo di amor proprio; affetto dalla sindrome di Peter Pan, con un odio per chi è più anziano. Tutte cose che pensavo fossero ormai sepolte per sempre, invece vengono fuori subito. Sembra quasi che i gay facciano fatica a superare gli stereotipi e i cliché. Sta diventando sconfortante.

Sono passati sette anni da quando ho deciso di vivere la mia vita da gay dichiarato e non è stata una strada facile. E’ stata anzi piena di dolore e miseria che inizialmente ho cercato di mascherare con l’alcol, le droghe, il sesso e le feste. All’inizio è stato difficile ammettere che mi piacevano gli uomini. Ma l’ho fatto ed è stata un’esperienza molto liberatoria. Mi ha dato la possibilità di far valere la mia identità, contro cui per anni avevo lottato. Mi ha dato la possibilità di essere attivista di me stesso e fronteggiare l’opposizione di familiari, amici e della società nel suo complesso. Ero orgoglioso di essere orgoglioso, e mi sentivo parte di qualcosa di più grande di me, un movimento di uomini che amano gli uomini e che non hanno paura di mostrarlo. Il nostro amore doveva essere un atto rivoluzionario. Ma la verità è che noi non ci amiamo. 
Ci siamo infatuati dell’idea di appartenere a una comunità e di andare contro a tutto. Abbiamo apprezzato la libertà, il ribellarsi ai costumi sociali.
L’amore che pensavamo fosse la parola magica della nostra rivoluzione è diventata un’arma a doppio taglio.

Personalmente credo che l’amore sia sacrificio e non molti uomini gay sono disposti a sacrificarsi per i loro fratelli oggi. Inizialmente questo spirito di sacrificio è stato rilevante -durante la crisi AIDS nei primi anni ’80 e ’90, quando le risorse erano scarse e la gente aveva paura. Ora invece sembra che ci sia una ossessione per il rischio, e tanti gay scherzano col fuoco, sperando di trovare, nel loro infinito viaggio alla scoperta di sé stessi, relazioni significative.

Anziché cercare di vincere il primo premio – l’initimità vera con una persona – si preferisce la gratificazione immediata di un incontro casuale su Craigslist o Grindr. Le automobili sono diventate le nuove camere da letto e il sesso non è seguito da coccole e chiacchiere dolci ma da espressioni tipo: “Solo divertimento”.

Questa vita inizia a sembrarmi una specie di morte che ribolle piano piano a fuoco basso, e non la trovo più attraente come una volta. E’ una vita che ha davvero bisogno di qualche restauro.

Una volta gli uomini erano uomini e ti approcciavano con un minimo di coraggio cavalleresco. Oggi si nascondono dietro le maschere elettroniche di Grindr oppure si piazzano vicino a voi nei locali, sperando che siate voi a provarci, in modo da potervi dire di no con arroganza e proiettare così il loro disagio. Ho notato che molti uomini gay vogliono solo una sfida e vivono per essere elusivi. Vogliono uomini che non li vogliono, uomini che ricordano la distanza emotiva o l’assenza dei loro padri.

Sono troppo giovane per rimpiangere i bei vecchi tempi, ma questa vita ti fa rimpiangere cosa voleva dire essere gay. Ti fa desiderare i tempi in cui un ragazzo ti avrebbe salutato e offerto da bere, invece che offrirti la taglia del suo cazzo e le sue statistiche sessuali. L’intermediario di cortesia è stato eliminato e sostituito da una immoralità diabolica che ti porta alla distruzione quotidiana. Non ne vale la pena, non più.

Pur riconoscendo di essere attratto dagli uomini, ho scelto di dissociarmi da uno stile di vita al di fuori della morale e della bontà. Vivere la vita gay è come infatuarsi di un cattivo ragazzo, di cui all’inizio desiderate spasmodicamente l’attenzione e l’amore, ma che alla fine vi fa ribrezzo. Io non ci sto più.

Questa testimonianza è stata pubblicata originariamente:  http://www.gay.tv/articolo/non-voglio-piu-essere-gay/64061/

Il blog di Luca

Autore: Luca Di Tolve 05 apr, 2024
Un matrimonio fallito e risorto: la testimonianza di Elisabetta e Alfonso
Autore: Luca Di Tolve 11 gen, 2024
Papa Francesco, la menzogna, il compromesso e la confusione generano la divisione e producono frutti marci: il sospetto e la guerra tra fratelli.
Autore: Luca Di Tolve 21 set, 2023
PERCORSI PER GUARIRE DALLE FERITE DEL CUORE
Autore: Luca Di Tolve 26 giu, 2020
Su YouTube un'interessante diretta
Autore: Luca Di Tolve 26 giu, 2020
da sabato 15 a domenica 16 maggio 2021
04 giu, 2020
di Frank Doyle 14-09-2013 (fonte: www.lanuovabq.it) Il punto maggiormente controverso della prossima legge contro l’omofobia sembra concernere la libertà di espressione, tant’è che alcuni parlamentari cattolici si sono detti disposti a votare la legge purché sia garantita a sacerdoti e catechisti la possibilità di esprimere pubblicamente quanto prevede la morale cattolica circa l’omosessualità. Pochi mettono […] L'articolo Suicidi dei gay, l’omofobia non c’entra proviene da Regina della Pace.
Poster della tavola rotonda
Autore: Luca Di Tolve 04 giu, 2020
Torna il dibattito sull'ideologia gender con Gianfranco Amato (Presidente dei Giuristi per la Vira) e Luca di Tolve, formatore per lo sviluppo dell'identità sessuale e autore del Progetto LUCA.
Autore: Andrea Zambrano 02 giu, 2020
Mar 6, 2020 - Luca di Tolve contro la Proposta di legge Zan che legalizza l'omofobia nel bel ... La prende con una punta di ironia, ma Luca Di Tolve sa che il PdL Zan sull'omofobia in discussione alla Camera potrebbe ... Le terapie riparative sono nuove? ... La Nuova Bussola quotidiana
Autore: Luca Di Tolve 19 feb, 2020
Il «gene gay»? Non esiste! Questa volta non arriva dalle varie opinioni o teorie personali , ma come " tuona" dal titolo finalmente possiamo affermare con autorevolezza ciò' che da sempre noi abbiamo sostenuto. Questo e' emerso anche sulla base di altri studi meno recenti e inoltre, aggiungo, anche sulla esperienza di cambiamento di tanti noi ora ex-gay vissuta sulla propria pelle. Ora la scienza dimostra ciò che per anni i fondatori della psicologia come Adler, Jung ,Froid e altri autorevoli sociologi e scienziati , hanno sempre sostenuto che omosessuali non si nasce ma si diventa. Il gene gay tanto desiderato da una certa lobby non esiste. Ma, come molto evidente oggi più' che mai , certo per chi lo vuole vedere, si tratta soltanto di propaganda politica e di un'agenda ben costruita dai piani alti e da una certa élite che vorrebbe creare il consumatore perfetto e distratto, dettato dalla legge del desiderio. L'obiettivo di questa agenda, infatti, non e' certo quello di essere attenta e perdersi cura del reale e profondo bisogno della persona, bensì' è creare una società' compulsiva , non solo riferito alle persone con pulsioni per lo stesso sesso, ma in generale. Le persone più' vulnerabili e fragili, vengono cosi' sedotte e conquistate e spinte a dare libero sfogo ai loro desideri, impulsi e passioni. Questo vivere, a lungo andare, porta alla distruzione della persona e genera vuoti sempre più' profondi proprio perché' i reali bisogni della persona non vengono riempiti nella maniera sana. Ecco perché' noi facciamo della nostra vita una battaglia per capire il reale e vero bisogno della persona che si nasconde dietro alle tante ferite o maschere illusorie. Solo nella Verità in Cristo e la ragione possiamo ritrovare il meraviglioso potenziale che ognuno ha dentro di se' e farlo emergere in tutta la sua bellezza e pienezza, cosi' come Dio ha pensato fin dall'inizio. Ritornando quindi al titolo : Il gene dei gay, non esiste!, ribadiamo la convinzione che per chi lo vuole, come ogni comportamento o inclinazione, cambiare si può'!! Quindi: sempre liberi di scegliere!! Articolo Fonte: Corriere della Sera 29 agosto 2019 nel articolo :I dati arrivano da un enorme studio pubblicato sulla rivista «Science» e coordinato da Andrea Ganna, un ricercatore italiano del Massachusetts Institute of Technology di Adriana Bazzi Il «gene dei gay»? Non esiste. Conferma da mezzo milione di Dna Il «gene dei gay» non esiste. Qualcuno ci aveva provato in passato a formulare questa ipotesi, ma ora un gigantesco studio genetico taglia la testa al toro: non ci sono «segni particolari» nel Dna che possano predire un’eventuale omosessualità. Lo studio ha analizzato il patrimonio genetico di oltre 470 mila persone alla ricerca di specifiche alterazioni che potessero prevedere l’ attitudine a instaurare rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. Ma non ne ha trovate. Un mix genetico-ambientale Il che significa, precisano i ricercatori, che l’attrazione per persone dello stesso sesso ha a che fare più che con un singolo gene, con un mix di fattori genetici (sì, perché esistono migliaia di varianti genetiche, ma non significative, secondo quanto ci dice questo studio) e ambientali, così come accade per decine di altri comportamenti umani. I ricercatori, guidati da Andrea Ganna che lavora al Center for Genomic Medicine del Massachusetts General Hospital di Boston e al Broad Institute del Mit (Massachusetts Institute of Technology) sempre a Boston, hanno voluto rispondere a una serie di quesiti finora non risolti. Fattori biologici Intanto una premessa. Nelle diverse società e in entrambi i sessi, dal 2 al 10 per cento degli individui dichiara di avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso o esclusivamente o in alternativa con partner di sesso diverso. I fattori biologici che contribuiscono alle preferenze sessuali sono pressoché sconosciuti, ma è stata ipotizzata un’influenza genetica dal momento che certi comportamenti omosessuali si ripresentano nei membri di una stessa famiglia e anche fra fratelli gemelli sia omozigoti che eterozigoti. Da queste osservazioni preliminari sono emerse alcune domande. Etero e bisex La prima: quali geni sarebbero coinvolti e quali processi biologici influenzerebbero? In passato sono stati condotti alcuni studi alla ricerca di varianti genetiche legate all’orientamento sessuale, ma erano molto piccoli e non guidati dagli attuali criteri di analisi genetica. L’idea era quella di trovare anomalie ormonali correlate a questi comportamenti. Seconda domanda: eventuali modificazioni genetiche come potrebbero agire diversamente su persone di sesso maschile e di sesso femminile? E su cosa influirebbero: sul comportamento, sull’attrattività, sull’identità? E che ruolo avrebbero, invece, per eterosessuali ed eventualmente bisessuali? L’analisi «genome-wide association» A queste domande, dunque, ha voluto rispondere lo studio pubblicato su Science (condotto con la collaborazione di numerosi gruppi americani, europei e australiani) che ha sfruttato l’approccio «genome-wide association» (in pratica si tratta di un’analisi di tutti, o quasi tutti, i geni di diversi individui di una particolare specie per determinare le variazioni genetiche tra gli individui in esame) su omosessuali. I ricercatori hanno sfruttato i dati genetici raccolti nella Uk Biobank del Regno Unito e quelli dei partecipanti al progetto 23andMe americano, per un totale, appunto di 470 mila persone. Delle conclusioni generali abbiamo già detto. Varianti legate all’olfatto Più nel dettaglio. I ricercatori avrebbero identificato cinque varianti «significativamente» associate all’omosessualità e altre migliaia con una qualche influenza, ma prese singolarmente non hanno nessun valore nel predire i comportamenti. E fanno notare che alcune hanno a che fare con l’assetto ormonale e altre addirittura con l’olfatto. Un invito alla cautela Ma sottolinea Ganna: «Le nostre osservazioni gettano una qualche luce sui comportamenti biologici legati all’omosessualità. È necessario però astenersi da facili conclusioni perché i comportamenti umani sono complessi. E soprattutto dallo sfruttare questi risultati, ancora rudimentali, per facili propagande politiche».
Altri post
Share by: